martedì 21 gennaio 2014

Ancora sul Castrista Abbado.

Marzo 2005, Claudio Abbado e gli altri centonovantanove firmatari (tra cui José Saramago e Nadine Gordimer,ma anche Gianni Minà e Red Ronnie), affermavano che a Cuba «non esiste un singolo caso di scomparsa, tortura o esecuzione extra-giudiziaria» e che la rivoluzione ha consentito il raggiungimento di livelli disalute, educazione e cultura riconosciuti internazionalmente». Era probabilmente sfuggito a lorsignori che soltanto due anni prima, l' 11 aprile del 2003, Castro aveva fatto fucilare Enrique Copello Castillo,Barbaro Leodan Sevillan Garcia e Jorge Luis Martinez Isaac,tre uomini rei di essersi impadroniti di un traghetto con l' intento di raggiungere la Florida; o che, quello stesso anno, Marcelo Lopez,
membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino, era stato
condannato a una pena di 15 anni di carcere per aver trasmesso
informazioni ad organizzazioni internazionali come Amnesty
International e Human Rights Watch su casi di condannati a morte nel
suo Paese e per essersi fatto inviare copia della risoluzione di
condanna emessa dalla Commissione diritti umani dellOnu di Ginevra.

lunedì 20 gennaio 2014

Morto il Castrista/Chavista Abbado...

Dal Corriere della Sera del 18 marzo 2005:

Il maestro Abbado, tra i primi firmatari dell’appello pro Castro, risponde alle critiche

«Cuba, Paese all’avanguardia. Lo sa anche Veronesi»

di CLAUDIO ABBADO ......
Girando il mondo, in tanti anni di lavoro, ho sempre cercato di trovare i lati positivi di ogni cultura. Per imparare qualcosa di nuovo, per crescere: in fondo siamo tutti un po’ ignoranti. Prima Vienna, poi Berlino e Londra, e poi ancora il Venezuela e Cuba: in queste e altre tappe ho cercato costantemente di venire a contatto con gli aspetti più validi, più forti, più importanti di quei Paesi. L'uomo, per sua natura, è portato invece a distruggere o fare emergere quasi esclusivamente i lati negativi delle altre civiltà. Mi sembra lo si stia facendo ora con Cuba. 
Conosco Cuba, ci sono stato più volte e ci tornerò. Perché, mi chiedo, non vengono rese note le cose positive di una cultura come quella cubana? Proviamo a mettere da parte, almeno per una volta, la strumentalizzazione politica che si tende a fare di ogni cosa e proviamo a riportare semplicemente dei fatti. Stranamente delle cose più valide che ci sono a Cuba non si parla mai. Cominciamo dalla ricerca medica, che a Cuba è all’avanguardia. C’è un dottore, Gregorio Martinez Sanchez, che sta lavorando alla ricerca per debellare il cancro e che ha «scoperto» una nuova e, a quanto pare, importante cura. Solo che, piccolo dettaglio, ha anche bisogno di poterle realizzare, di metterle in pratica queste sue ricerche. L’ho fatto sapere al professor Umberto Veronesi, che qualche settimana fa mi ha scritto una lettera, in cui dice che appoggerà il progetto di questo medico cubano. 

Lo farà perché lo ritiene giusto. Ma la ricerca medica all’avanguardia non è l'unico aspetto fortemente positivo di quest’isola. A Cuba, forse i potenti se lo dimenticano, non esiste l’analfabetismo, che è invece assai diffuso in molte altri parti del mondo. A Cuba con un po’ di terra libera, non ci si mette a speculare: loro preferiscono fare degli orti enormi, che serviranno poi a tutti (esempio che è stato ripreso poi da altre nazioni). Sono tornato recentemente all’Avana e ho visto che in cinque anni ci sono stati miglioramenti dal punto di vista del restauro per case e piazze. A dicembre ho portato la Mahler Chamber Orchestra per dei concerti, a gennaio l’Orchestra Giovanile Simon Bolivar, di cui facevano parte anche 44 cubani. C’è uno scambio bello e proficuo fra il Venezuela e Cuba. Uno scambio legato alla musica e al balletto. Il Venezuela è più avanti dal punto di vista della formazione musicale, grazie al sistema di Antonio Abreu che coinvolge 240.000 (duecentoquarantamila!) giovani salvati dalla strada e Cuba invece è più avanti dal punto di vista del balletto: il loro è uno scambio culturale per imparare a vicenda, per crescere, come dicevo prima. Il fatto poi che ho portato quei 44 musicisti cubani a Caracas e che l'anno prossimo li porterò con tutta l'orchestra in Europa, smentisce che i cubani non possono uscire. Cinque anni fa sono stato a Cuba con la Mahler Jugend Orchester e abbiamo portato materiale, corde e strumenti musicali, che lì mancano, perché, non dimentichiamolo, è un paese povero e in quanto povero andrebbe aiutato, non attaccato. C'è poi un gruppo di bravissimi musicisti cubani, 'Ars Longa', che ho voluto sostenere e che vengono regolarmente invitati al Festival Gesualdo in Basilicata. Li abbiamo fatti conoscere l'anno scorso attraverso una tournée che ha toccato anche Bari, Matera, Roma e Bologna. 

Insomma Cuba è anche questo, non è solo Guantanamo, che è invece una prigione americana. Mi chiedo anche perché non si parla quasi mai di nuove idee e realtà italiane, a mio avviso, molto importanti per l'ecologia e per l'ambiente, come i treni con nuovi locomotori che trasportano i Tir, o altri camion, attraverso il Brennero, da Monaco di Baviera a Innsbruck, Bolzano, Trento, Verona con nuovo innesto dal Veneto all'Emilia Romagna. Oppure di quella cittadina vicino a Trento che sta realizzando un progetto impostato sul traffico e riscaldamento totale con l'utilizzo di energie naturali (pannelli solari, idrogeno). Questa cittadina ha vinto fra l'altro il primo premio per il miglior progetto in Europa. 
Claudio Abbado.

domenica 30 settembre 2012

Strane storie in paesi inesistenti.

Nulla di nuovo, a Cuba: i comunisti, invece che arrestare un assassino, arrestano i giornalisti...
In altro paese, assai lontano, credo che succeda lo stesso.

lunedì 9 gennaio 2012

Benvenuti !

Con la chiusura della piattaforma Splinder il 31 Gennaio 2012, anche questo mio blog, ahimè troppo trascurato, migra qui su Blogspot, insieme al mio principale, "Non porgiamo l'altra guancia". Benvenuti ! CUBA LIBERA ! CUBA LIBRE !

venerdì 25 settembre 2009

Obama fa l' ecologista, ma l' asse Iran-Venezuela si rafforza.

Confesso che cominciavo ad essere preoccupato, non ricevendo informazioni nuove da FiammaBolivia dopo il mio ultimo post sull' Honduras. Ma eccole fresche fresche, che ci danno una situazione chiara ma al tempo stesso preoccupante, di quanto accade nell' ALBA sempre più rossa ed iranianofila. In attesa dunque che l' amico FiammaBolivia, come mi ha promesso, apra un suo blog dedicato alla situazione sudamericana, volentieri ricevo e pubblico:

"Caro Vandea, innanzitutto i ringraziamenti di mia moglie per aver pubblicato un'articolo sulla vera situazione dell'Honduras, bellissimo paese tanto bistrattato dalla comunità internazionale (anche dall'Italia purtroppo!!!!!!), per il solo fatto di non voler cadere in un regime comunista.

Il titolo del tuo articolo, purtroppo è più attuale che mai. Chavez non vede l’ora di provare le nuove armi comprate in Russia, senza la minima reazione dell’abbronzato e dell’Unione Europea, la quale vive nell’incapacità di portare avanti le proprie idee senza il consenso degli Stati Uniti, ed è condannata dalla propria burocrazia che non gli consente di diventare leader mondiale.

Questo, Chavez &C. lo sanno, bisogna perciò fare attenzione, perchè questi sono pericolosi !!! Immagina solamente che, a quanto pare, in Bolivia è presente una quantità considerevole di iraniani (!!), che starebbero addestrando i contadini nella difesa del territorio. Si dice anche che buona parte dell’apparato di sicurezza presidenziale sia rappresentato da iraniani, venezuelani e cubani (esattamente come accadeva in Romania con Ceausescu:palestinesi,congolesi, angolani e cubani. Nota di Vandea...). Non sò se è chiaro a tutti però questa gente stà armando qualcosa di pericoloso. Negli altri paesi immagino sia lo stesso, e poi Chavez si lamenta che la Colombia voglia le basi americane nel suo territorio. Ma ben vengano queste basi.

La bellísima (!!!) figlia di Zelaya della foto con il cappellino e la maglietta “hasta la victoria siempre” sarebbe, dicono, l' intestataria di un conto in Svizzera di 40.000.000 di dollari del popolo honduregno.(Nicu Ceausescu, il rampollo adorato di Elena e Nicolae, docet...NdV.)

Il provocatore onavi, come si nota conosce bene la situazione latinamericana, per aver, sicuramente, letto qualche libro di minà su cuba o per aver visto qualche puntata di turisti per caso. (infatti è di Rifondazione Comunista, ho controllato...NdV).

Dopo aver fatto queste premesse vorrei nuovamente approfittare della tua bontà e pubblicare una lettera di un professore universitario venezuelano, la quale fà capire il pensiero della maggior parte della gente latinamericana che si batte tutti i giorni contro la comunistizzazione del continente, alla faccia dei venditori di fumo che promettono al popolo la fine della povertà, ma non dicono loro però, che la loro povertà finirà perchè moriranno tutti di fame.

Buona lettura.


L'HONDURAS DEVE ESSERE RISPETTATO!!!

Scritto dal Dott. Alvaro Albornoz
Dottore in Diritto Costituzionale
Avvocato Summa Cum Laude
Professore Universitario

Il regime cleptocratico di Chavez non si stanca di far danno all’Honduras e di perturbare la pace e la democrazia di questa nazione. E così hanno eseguito un piano macabro per provocare uno spargimento di sangue nel paese centramericano.

Abituati a trafficare la droga attraverso l’Honduras, sono riusciti a far entrare l’ex presidente Zelaya per la stessa via e con gli stessi mezzi che utilizzavano i narcotrafficanti del governo deposto.

In questa maniera, Zelaya è riuscito ad entrare nell’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa, con l’appoggio insensato ed insulso del governo di Lula da Silva, il quale dovrà essere responsabilizzato per le conseguenze di questo gesto.

Il signor Zelaya credeva che, una volta conclusa la funesta operazione, il ritorno al potere, sarebbe stato un gioco da ragazzi, in realtà si è messo la corda al collo da solo, perchè oggi ha solo due opzioni:

La prima è quella di chiedere asilo politico la Brasile (tanto lo da a tutti i terroristi vedi Cesare Battisti! Ndt). In questo caso dovrà sottomettersi alle norme che regolano questa figura nel diritto internazionale, pertanto dovrà abbandonare l’Honduras, non prima di aver ottenuto il salvacondotto dal governo costituzionale capitanato da Micheletti e non potrà rilasciare nessuna dichiarazione nè tantomeno intromettersi nella politica interna honduregna.

La seconda opzione è quella di abbandonare l’ambasciata e consegnarsi alle autorità giudiziali del suo paese, per essere giudicato per i molteplici delitti e malefatte (tra cui il delitto di tradimento alla patria!) commessi durante l’esercizio delle sue funzioni ed affontare le venti e più imputazioni penali che gli ha comminato la Fiscalia Generale della Nazione.

Non esiste nessuna’altra opzione per Zelaya, anche se la sua demenza lo porta a delirare con cose impossibili e giuridicamente inviabili. Il suo ritorno alla presidenza è un’utopia che solo rimane nelle menti ritorte dei rappresentati di lucifero sulla terra.

Per contro, il governo costituzionale e legittimo dell’Honduras, capitanato dal Presidente Micheletti, ha preso le misure legali necessarie per preservare la pace e l’ordine, così da poter evitare l’alterazione del processo democratico e pacifico che si vive in questo momento nel Paese. Il 29 Novembre si svolgeranno le elezioni presidenziali ed il popolo honduregno eserciterà il suo diritto al voto, dimostrando al mondo il significato della vera democrazia.

Gli avvenimenti descritti mantengono in una situazione incerta al mondo e soprattutto a noi, persone democratiche, che, preghiamo Dio perchè protegga l’Honduras da questi pazzi che pretendono rompere l’ordine costituzionale della patria di Lempira e Morazan, per soddisfare le pretese del comunismo internazionale, che non si rassegna all’idea di perdere questo territorio per i suoi piani terroristici, autocratici e di narcotraffico.

La posizione e l’atteggiamento del popolo honduregno e del suo governo costuituzionale, democratico e legittimo, sono così degne e coraggiose che emozionano al più insensibile essere umano. Mai avremmo immaginato di vedere tanta dimostrazione di grandezza, civismo, coraggio , valore e dignità di questo Paese così piccolo che prima di oggi passava inavvertito e che da oggi in poi sarà considerato una delle potenze mondiali in valori, correttezza e decenza pubblica consituendosi come la dimostrazione più palpabile di un popolo difensore della democrazia e dello Stato di Diritto.

Honduras deve essere rispettato!!

Niente e nessuno potrà far tornare indietro questo popolo che vuole vivere in pace ed in democrazia, senza l’ingerenza di nessun altro paese che pretenda calpestare la sovranità ed il potere di autodeterminazione del popolo honduregno.

Questo non è, come vogliono far credere i seguitori di Zelaya, una lotta tra i poveri ed i ricchi impresari.


Questa è una lotta tra il bene ed il male, tra la democrazia e l’autoritarismo, tra l’etica e la corruzione, tra I valori e gli antivalori, tra il progresso e la miseria, tra la libertà e la sottomissione, tra Dio e satana; dovendo necessariamente vincere i primi ai secondi per poter salvare il mondo.

Tradotto (spero bene) da FiammaBolivia.



Che il buon Dio ci salvi !"

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Come si vede, la situazione è assai diversa da quanto i media europei ed italiasiatici vogliono fa apparire. d' altronde la visita fugace di chavez a Venezia avrebbe dovuto aprire gli occhi a molti. Ma questo, lo sappiamo, è quasi impossibile, con l' Eskimo sempre presente in readazione dagli anni '70 ad oggi.

Pubblico questa nota di FiammaBolivia anche nel mio blog primario ed aggiornato Santo Sepolcro.

http://www.santosepolcro.splinder.com/

http://santosepolcro.splinder.com/post/20904111/ALBA+rossa+in+Sudamerica.

http://www.doctoralvaroalbornoz.blogspot.com/

lunedì 23 ottobre 2006

L' Unità , il PCI e la Rivoluzione Ungherese.

Come l’Unità “informò” i lavoratori italiani:

24/10/56: “Elementi ostili alla democrazia popolare”… “gruppi armati controrivoluzionari”.

25/10/56: Titolo dell’ Editoriale: “Da una parte della barricata a difesa della democrazia”:

“L’intervento sovietico è un dovere sacrosanto” senza il quale “si ritornerebbe al terrore fascista tipo Horty”. Il corrispondente de L’Unità, O. Evangelista, scrive che “le squadre dei rivoltosi sono composte prevalentemente da giovani rampolli della aristocrazia e della grossa borghesia”.

Comunicato della direzione del Pci: Il Pci “è favorevole alla democratizzazione” auspicata dal XX Congresso del Pcus. Si giudica “doloroso” che “per difendere il regime socialista” il governo ungherese abbia ritenuto necessario ricorrere all’aiuto sovietico.

27/10/56: Scrive Ingrao, allora direttore de L’Unità: “sappiamo che vi sono masse che seguono gli insorti ma sono estranee ai fini e agli obiettivi controrivoluzionari; e fra queste masse ci sono operai, studenti, intellettuali, trascinati dagli errori dei dirigenti ungheresi a prendere oggi le armi contro il regime popolare.

5/11/56: Terracini: “L’intervento sovietico non può che trovare unanime appoggio e solidarietà in tutti i veri democratici e socialisti italiani”.

12/11/56: L’Unità riporta un discorso di Togliatti a Perugia nel quale fa un paragone fra l’intervento in Spagna delle Brigate Internazionali contro Franco e l’intervento sovietico a Budapest.